La gravidanza in sé non costituisce una controindicazione a viaggiare. Una particolare attenzione, però, deve essere posta dalle donne che intendono effettuare un viaggio nel primo trimestre o al termine della gestazione. Il periodo migliore per viaggiare infatti è il secondo trimestre (18-24 settimane), mentre dopo la ventottesima settimana è opportuno viaggiare accompagnate e avere con sé un certificato medico che attesti le condizioni generali e la data presunta del parto.
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Al neonato si possono attribuire fino a tre nomi che, a differenze di quanto avveniva in passato, compariranno sempre sui suoi documenti. La normativa impone dei limiti ben precisi all'attribuzione del nome in quanto non si può attribuire al figlio il nome del padre o di un fratello o sorella viventi, oppure nomi ''ridicoli o vergognosi''.
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Negli ultimi quarant'anni l'esperienza del parto è diventata più sicura, ma è ormai diventata per molte donne quasi una malattia vissuta in solitudine. La medicalizzazione, il ricovero in luoghi asettici, l'enorme ricorso al parto cesareo, l'eccesso di uso di farmaci adoperati sulla donna e sul bambino hanno preso il sopravvento.
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